In onore di santa Paola Elisabetta sabato sera, 21 gennaio si è svolta una veglia di preghiera.
La serata si è articolata in due parti: la prima, era dedicata all’approfondimento dell’esperienza della Santa Paola Elisabetta Cerioli attraverso riflessioni e citazioni della stessa, la seconda ha visto il commovente intervento del Dott. Felice Achilli.
Al termine di ogni “tappa” è stato proiettato un video tratto dal film girato ed interpretato dai giovani del gruppo “Apostoli e Servi di Maria” sulla vita della Santa, che illustrava la riflessione e la citazione che erano precedentemente state lette. Un canto concludeva ogni tappa.
La commemorazione di Sabato sera ha avuto inizio con la preghiera presieduta dal Rettore, Padre Gian Luca Rossi (C.S.F.), che ha anche guidato la preghiera finale, impartendo la benedizione.
La prima “tappa” aveva titolo “Maternità e morte del figlio Carlo”.
In essa è stata presentata la figura della Santa fondatrice – al secolo Costanza Onorata Cerioli – nelle sue qualità di moglie e madre di quattro figli. Purtroppo, di questi, solo uno sopravvisse fino all’adolescenza, frequentando, poi, il Collegio Sant’Alessandro di Bergamo. Il piccolo Carlo veniva elogiato per le sue qualità scolastiche dal Rettore, S.E. Mons. Valsecchi, il quale manteneva una corrispondenza informativa con la madre.
In una di queste lettere è possibile notare come lo studente si trovasse a casa nel periodo estivo, colpito da tosse, sintomo della malattia che l’aveva contagiato: la tubercolosi.
Nonostante cure e miglioramenti momentanei, la malattia peggiorava e portava la madre a formulare preghiere, voti ed opere di carità rivolgendo al Signore l’intenzione della guarigione di Carlo.
Le condizioni peggiorarono ulteriormente, portando il giovane alla morte; negli ultimi tempi egli dimostrava una forza d’animo ed una fede superiori, con la consapevolezza e l’accettazione della volontà di Dio.
Non si può immaginare ciò che provò la madre nell’invitare il figlio a ricevere gli ultimi Sacramenti!
La seconda “tappa” della veglia di preghiera era denominata “Disorientamento e discernimento”.
In essa veniva descritta la pena provata da una madre nel restare nella casa dove aveva visto morire il figlio, i suoi patimenti ed il rapporto epistolare col Rettore.
Il suo cuore veniva trafitto da un’ulteriore prova: la malattia e poi la perdita del marito, il Conte Gaetano Busecchi Tassis. Trovava sollievo solo nella preghiera e nell’implorare l’aiuto della Vergine addolorata.
Dopo anche questo lutto, Costanza, entrava in una fase di discernimento sotto la guida di S.E. Mons. Speranza, Vescovo di Bergamo, il quale le propose di ritirarsi alla vita contemplativa. Dopo un periodo di ritiro, però, ella capiva di essere chiamata ad altro.
La terza “tappa” della prima parte era definita “Risurrezione ad una nuova vita”.
In essa è stata delineata la prima esperienza della Santa nell’accogliere alcune orfane presso il suo palazzo e di come tale esperienza sia maturata sino a giungere alla fondazione dell’Istituto della Sacra Famiglia. La maternità della Contessa Costanza Onorata Cerioli, amputata nella sua essenza più naturale, con la perdita dei suoi figli, veniva tramutata in una nuova maternità, che Paola Elisabetta (nome che s’impose nel servizio a Dio ed al prossimo) sviluppava nell’amore verso le “Orfane, Figlie di poveri miserabili”, fornendo loro educazione civile e religiosa ed esortando ripetutamente le collaboratrici con le seguenti parole “Amiamole queste povere Figlie, e siamole in luogo di Padre, Madre, Fratelli che Dio loro ha tolti, per metter noi in loro luogo”.
Partendo dall’esperienza di Santa Paola Elisabetta, abbiamo ascoltato la commovente testimonianza del Dott. Felice Achilli, cardiologo, che ha toccato le anime dei presenti raccontando della scomparsa prematura del figlio Andrea. La sua morte non è stata la fine ma l’inizio di un percorso che li ha coinvolti nelle storie di tante persone e amici di Andrea che da lui beneficate, portavano la loro testimonianza sulla vita e sulle attività del figlio, che si prodigava nel sostegno e nell’assistenza agli ultimi ed ai bisognosi.
L’intreccio di queste due storie di dolore e di speranza, hanno lasciato forti emozioni, perché hanno parlato dell’esperienza di quanto la fede illumina il buio e ti porta alle domande profonde: Non ci siamo chiesti – dice il dott. Felice- perché a noi? ma lo rivedremo?” C’è qualcuno che rende ragionevole sperare quello che il nostro cuore desidera di più?
Questa domanda, fragile e potente insieme, è divenuta dimora e fattore di speranza per molti, e ha introdotto la questione sulla verità di Cristo, sulla sua morte, ma soprattutto sulla sua Risurrezione.
Avv. Lorenzo Casalone