La Veglia Pasquale, che si è svolta presso il Nostro Santuario la sera di sabato 8 aprile 2023, dalle ore 21:30, è definita da Sant’Agostino “la Madre di tutte le Veglie”[1]. Essa è la Celebrazione che si colloca nel cuore dell’anno liturgico e che è fonte di vita e di fede per ogni Cristiano.
In essa, infatti, tutti gli elementi della vita di fede vengono condensati in un’unica lunga, ma anche bellissima celebrazione. Fin dal principio – con il rito della benedizione del Fuoco e l’accensione del Cero Pasquale – i fedeli partecipanti hanno la percezione di qualcosa di particolare. Il Sacerdote inizia la preghiera di benedizione del Fuoco Nuovo (simbolo dello Spirito della Fede che dona la Luce di Cristo Risorto) senza il classico “Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”: si tratta, infatti, del proseguimento di una lunga e continua celebrazione che inizia la sera del Giovedì Santo – quando viene posta la particola consacrata nella Santa Messa in Coena Domini presso l’Altare della Reposizione – e che prosegue il Venerdì Santo, giorno in cui si commemora la Morte di Gesù nell’azione liturgica.
Dopo il glorioso Annuncio Pasquale, solennemente cantato dal nostro direttore della Corale, si sviluppa la seconda parte della Veglia, composta dalla Liturgia della Parola: attraverso una successione di letture, tratte sia dall’Antico sia dal Nuovo Testamento, i fedeli hanno modo di ascoltare i grandi prodigi che Dio ha compiuto per mano di coloro che in Lui hanno riposto la loro più totale fiducia, come Abramo e Mosè. E l’“Eccomi” – pronunciato più volte da Abramo in ambito vetero testamentario – è richiamo a quell’“Eccomi: sono la Serva del Signore” che Maria pronuncerà molto tempo dopo davanti all’Angelo nel giorno dell’Annunciazione e di cui noi oggi siamo ancora portatori di bene. Davvero, infatti, se Maria non avesse pronunciato quelle parole, forse noi oggi non potremmo godere della Gloria e della Salvezza data da Gesù Cristo, morto ma soprattutto Risorto!
Dopo il gioioso e festante canto del Gloria in Excelsis Deo, la Celebrazione Pasquale continua con le parti successive, riguardanti l’omelia e soprattutto il rinnovo delle Promesse Battesimali: senza la Pasqua di Resurrezione di Gesù non avremmo nemmeno avuto il dono del Battesimo, quale “viatico” attraverso cui essere indirizzati alla Salvezza in Cristo.
Con un gesto molto significativo, il Sacerdote immerge per tre volte il Cero Pasquale e così facendo dona forza e vigore all’acqua che servirà durante tutto l’anno nelle celebrazioni battesimali: davvero la notte sta per finire e si accendono nei cuori le luci della gioia e della letizia che solo Gesù Risorto può dare.
Come fa notare Papa Francesco, nell’Omelia della Veglia Pasquale svolta in Vaticano, sono le donne che danno l’esempio migliore: non restano paralizzate, ma corrono ad annunciare questo percorso di vita nuovo[2]. Davvero, a questo punto, ogni fedele è pronto per correre in tutto il mondo e – come le donne al Sepolcro – andare ad annunciare questo misterioso, ma grande evento: “Cristo è risorto veramente: Alleluia!”
La Veglia giunge poi alle sue parti conclusive, seguendo l’iter tradizionale della liturgia eucaristica, ma sempre con quella gioia e quella speranza che fa “ardere il cuore”, come ai Discepoli di Emmaus, quando hanno visto Gesù Risorto nello spezzare il Pane.
Un’ardore che si manifesta anche nella sua parte più folkloristica. Dopo la componente liturgica, al Santuario Madonna della Bozzola, Pasqua è sinonimo anche di festa e di allegria: la tradizionale fiera del Lunedì dell’Angelo – da sempre – ha attirato migliaia di persone con la sua componente di variopinte bancarelle, ma che diventa anche occasione per una visita di devozione e di ringraziamento alla nostra Madonna della Bozzola.
Buona Pasqua!
Silvia Vallè
[1] Da: http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20210403.shtml.
[2] Da: https://www.vatican.va/content/francesco/it/homilies/2023/documents/20230408-omelia-veglia-
pasquale.html