Così suor Faustina Kowalska ispirata da Dio scriveva nel suo Diario.
“Figlia Mia, parla a tutto il mondo della Mia inconcepibile Misericordia. Desidero che la festa della Misericordia sia di riparo e rifugio per tutte le anime e specialmente per i poveri peccatori. In quel giorno sono aperte le viscere della Mia Misericordia, riverserò tutto un mare di grazie sulle anime che si avvicinano alla sorgente della Mia Misericordia.
In occasione della sua canonizzazione, avvenuta il 30 aprile del 2000, il Santo Padre Giovanni Paolo II, sempre fidando nelle parole della santa a cui il Signore avrebbe indicato come data della festa la prima domenica dopo Pasqua, ha istituito proprio la Domenica in albis come Festa canonica della Divina Misericordia.
A partire dall’ottobre 2015 l’allora rettore del Santuario padre Giovanni Prina ha deciso di introdurre una particolare preghiera per tutti i bambini malati, da tenersi ogni terza domenica del mese, da quel momento dedicata in Santuario alla Divina Misericordia. L’idea di questa particolare intenzione è nata con la malattia di una bambina, Rita, che ha affrontato con cristiano coraggio tutto il suo percorso terreno e si è ricongiunta al Padre celeste il 2 settembre 2015. Da una triste vicenda umana è nato un progetto grande e duraturo: la preghiera appunto per tutti i bambini, ma anche per le loro famiglie, perché possano affrontare la malattia sicuri di essere sostenuti dalla preghiera alla Divina Misericordia.
Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 12,24-26: In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna.
La preghiera è così strutturata: dopo la recita della coroncina, si presentano al Signore i bambini malati e successivamente si richiamano brani dal Diario di Suor Faustina che servono da meditazioni, alternandoli con canti e passi della Bibbia.