«L’augurio che ti rivolgo è quello di essere profeta; un profeta che agisce con la parresia dello Spirito, un profeta che parla più con la vita che con le parole, un profeta che si preoccupa di annunciare a tutti e a ciascuno la Parola che salva; un servo della Parola che anzitutto tu accogli, mediti e spezzi, come il pane, per soddisfare la fame di chi cerca il Signore».
Con queste profonde parole, madide di paterna sollecitudine, si è conclusa l’omelia di mons. Ottorino Assolari in occasione della mia ordinazione presbiterale. E in queste parole riesco a scorgere la missione che mi attende, come sacerdote e religioso della Sacra Famiglia. Del resto, la scelta di essere ordinato è un approdo che si dischiude ad nuovo itinerario, e al quale sono giunto con gioia e convinzione, sorretto dall’anelito di corrispondere, attraverso il sacerdozio, all’amore di Dio dal quale mi sono sentito investito e che in questi anni, sin dal mio ingresso in seminario, ho avuto modo di sperimentare. L’ausilio della preghiera, della Parola di Dio, delle persone (confratelli e non) che il Signore mi ha dato la grazia di incontrare sul mio cammino, mi hanno progressivamente condotto a maturare la consapevolezza di essere stato chiamato dal Signore innanzitutto alla vita religiosa, secondo lo spirito carismatico di S. Paola Elisabetta Cerioli, e, da religioso, alla vita presbiterale. Rispetto a tale chiamata, il mio sì al Signore è divenuto una spontanea e naturale conseguenza, al fine di accogliere in pienezza il suo amorevole zelo paterno, con tutto ciò che ne deriva, sebbene gravido di responsabilità. Ecco allora dispiegarsi la mia disponibilità a lasciarmi docilmente guidare dallo Spirito Santo affinché si serva di me secondo il progetto di Dio che si paleserà ai miei occhi.
Che la perseveranza nella fedeltà a Cristo e nell’obbedienza alla Chiesa animi sempre il mio ministero sacerdotale. Affido il mio sacerdozio alla protezione di S. Giuseppe e all’ausilio di Maria Santissima, coloro che hanno fatto della perseveranza la cifra sintetica della loro sconfinata paternità e maternità.
p. Fabio Bonacossa